Ottobre, mese della prevenzione del tumore al seno

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Malattia molto diffusa, ma sempre più curabile, il tumore al seno si combatte con l’adozione di stili di vita sani e con i controlli periodici. Il mese di ottobre è da anni dedicato a sensibilizzare e favorire la prevenzione da parte delle donne attraverso una sempre più approfondita e diffusa conoscenza del fenomeno e di come contrastarlo al meglio. Qui di seguito qualche informazione per saperne di più.

Che cos’è e quanto è diffuso?

Il tumore al seno è ad oggi la neoplasia più diffusa in Italia e rappresenta circa il 30% di tutti i tumori che colpiscono le donne. Sebbene la sua incidenza sia in leggera crescita, specie tra le donne più giovani, la mortalità dovuta a questa patologia è in diminuzione principalmente grazie alle diagnosi precoci e alle tecniche di cura sempre più avanzate. 

Questa patologia è dovuta alla moltiplicazione incontrollata di alcune cellule della ghiandola mammaria che si trasformano in cellule maligne e acquisiscono la capacità di staccarsi dal tessuto che le ha generate e invadere altri tessuti, dapprima quelli circostanti e in seguito anche in organi più lontani. Si tratta di una malattia potenzialmente grave se non individuata e trattata per tempo, ma da questo punto di vista negli ultimi anni sono stati fatti passi da importanti.

Fattori di rischio

Come per tutte le patologie esistono fattori di rischio modificabili e non modificabili, fattori cioè sui quali possiamo agire e altri su cui purtroppo non abbiamo alcun potere. Tra i fattori non modificabili annoveriamo l’età (la maggior parte dei tumori si sviluppa dopo i cinquant’anni di età) e la familiarità. Si stima infatti che una percentuale intorno al 5-7% dei tumori mammari sia su base ereditaria dovuta alla presenza di una mutazione trasmessa dai genitori attraverso specifici geni.

La buona notizia è che esistono diversi fattori sui quali il comportamento e lo stile di vita individuale possono influire positivamente e sono comuni anche a molte altre patologie. Tra i principali fattori di rischio modificabili ricordiamo:

  • sovrappeso e obesità
  • dieta ricca di grassi e zuccheri e povera di frutta e verdura
  • consumo di alcol.

La prevenzione

La prevenzione è importante visto che è possibile ridurre il rischio di ammalarsi attraverso l’adozione di stili di vita sani e l’adesione ai programmi di screening periodici. 

Innanzitutto è importante mantenere un peso corporeo adeguato, svolgere attività fisica regolare, evitare il consumo di alcolici e seguire una dieta ricca di alimenti vegetali e povera di grassi inserendo regolarmente nella propria tavola cibi ricchi di sostanze antiossidanti come ad esempio il tè verde o la curcuma. Anche l’allattamento al seno aiuta a combattere il tumore perché permette una completa maturazione delle cellule mammarie rendendole più resistenti a eventuali mutazioni.

I programmi di screening nazionale prevedono l’esecuzione dell’esame al momento più efficace nella diagnosi precoce e cioè la mammografia ogni due anni a partire dai cinquant’anni di età (in alcune regioni già dai 45 anni). Si tratta di un esame RX rapido, non doloroso né invasivo, al massimo si può percepire un leggero fastidio dovuto alla compressione che si risolve immediatamente al termine dell’esame.

Per l’esame del seno giovane l’indagine più utile è rappresentata dall’ecografia mammaria, da eseguire in caso di consiglio del medico o in presenza di noduli o altri sintomi. Per le donne più mature i due esami possono essere abbinati (uno non sostituisce l’altro) a seconda del consiglio del senologo.
Uno strumento semplice e utile alla portata di ogni donna (NON in sostituzione delle indagini eco e radiografiche) è inoltre l’autopalpazione, da eseguire regolarmente per individuare eventuali alterazioni del seno. Tra i campanelli d’allarme cui prestare più attenzione: alterazioni della forma del capezzolo, perdite di liquido da un capezzolo solo, cambiamenti della pelle o della forma del seno, ingrossamento dei linfonodi ascellari. In presenza di una o più alterazioni, il primo passo è rivolgersi immediatamente al proprio medico curante o al senologo i quali prescriveranno gli accertamenti più opportuni.

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