Malattia sempre più diffusa nella popolazione mondiale, l’artrosi è una delle prime cause di disabilità tra gli over 70. Non si tratta però di una prerogativa degli anziani: i lavori pesanti, il sovrappeso o l’attività fisica troppo intensa possono favorire l’insorgenza della patologia anche tra i giovani. Per tutti questi motivi, la Ricerca si è impegnata molto negli ultimi decenni per trovare trattamenti il più possibile efficaci nel frenare il progresso della malattia e nel garantire ai pazienti una qualità della vita soddisfacente. Approfondiamo insieme.
Che cos’è l’artrosi e quali sono i sintomi?
L’artrosi è una patologia reumatologica che riguarda le articolazioni. Consiste nel consumo delle cartilagini articolari che, non svolgendo più la loro funzione “cuscinetto” tra le ossa, può determinare come conseguenza l’usura e la degenerazione delle ossa stesse. Le articolazioni più colpite sono quelle della colonna vertebrale, le anche, le mani e le ginocchia. La malattia può essere di due tipi: parliamo di artrosi primitiva o primaria quando è legata all’età avanzata e di artrosi secondaria quando l’usura è determinata da un utilizzo eccessivo dell’articolazione come accade spesso nei lavoratori pesanti o tra gli sportivi agonisti.
I sintomi più comuni dell’artrosi sono il dolore, che in genere aumenta con l’utilizzo dell’articolazione, è solitamente asimmetrico e dura per molti anni, la rigidità e l’instabilità in seguito a una prolungata inattività. Per la diagnosi è necessario sottoporsi a una visita reumatologica durante la quale lo specialista valuterà i sintomi riferiti dal paziente e se sono presenti fattori di rischio (come l’età avanzata, la familiarità, e il sesso femminile) e prescriverà una radiografia, esame di elezione per la diagnosi dell’artrosi.
I trattamenti
È bene chiarirlo: essendo una malattia a carattere degenerativo, dall’artrosi non si può guarire nel senso pieno del termine. Esistono però numerosi trattamenti efficaci nel ridurre il dolore e restituire una buona qualità della vita al paziente. Per la scelta del trattamento più adeguato è fondamentale valutare l’entità del dolore che, quando severa e invalidante, può suggerire l’opportunità dell’intervento chirurgico con impianto di una protesi articolare. Tra i principali trattamenti di tipo conservativo annoveriamo:
- terapie farmacologiche a base di antidolorifici e/o antinfiammatori
- fisioterapia (terapie fisiche e/o esercizi specifici di rinforzo muscolare)
- infiltrazioni (di acido ialuronico o corticosteroidi)
- medicina rigenerativa.
Queste terapie possono essere utilizzate da sole o più spesso abbinate tra loro e devono andare di pari passo con uno stile di vita sano che comprenda un’attività fisica moderata, un regime alimentare ricco di sostanze antiossidanti e povero di sostanze infiammatorie (la cosiddetta “dieta anti artrosi”) e l’abbandono di abitudini scorrette come il fumo e il consumo di alcol. Anche alcuni integratori a base di glucosamina, condroitina e sostanze antiossidanti possono essere utili in aggiunta ad altri trattamenti.
La Medicina Rigenerativa
Si tratta della strategia di cura più innovativa ed efficace per l’artrosi e comprende tutta quella serie di trattamenti di tipo autologo (nei quali il paziente è contemporaneamente donatore e ricevente) che utilizzano le cellule del corpo sfruttando le loro funzioni antidolorifiche e antinfiammatorie e le loro potenzialità rigenerative sui tessuti.
Esistono due tipologie principali di medicina rigenerativa:
- i derivati del sangue (PRP e cellule mononucleate da sangue periferico)
- le cellule mesenchimali staminali (derivate dal tessuto adiposo o dal midollo osseo).
In tutti i casi si procede estraendo il tessuto dal paziente con un semplice prelievo che si esegue in regime ambulatoriale o di ambulatorio chirurgico nel caso delle cellule staminali mesenchimali. Il sangue o il tessuto prelevati vengono in seguito trattati in speciali dispositivi che sono in grado di concentrare le cellule dal potere antinfiammatorio e antidolorifico separandole dai materiali di scarto e dalle cellule pro-infiammatorie che vengono poi eliminati. Il prodotto finale ottenuto viene infine iniettato direttamente all’interno dell’articolazione malata con una semplice infiltrazione.
I vantaggi di questi trattamenti sono davvero numerosi: non si utilizzano molecole sintetizzate chimicamente, non esistono rischi di rigetto (è un trattamento di tipo autologo), gli effetti collaterali, quando presenti, sono lievi e si risolvono spontaneamente nel giro di poco tempo, l’efficacia è ottima e gli effetti perdurano nel tempo.
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