Tra i trattamenti infiltrativi più efficaci, la medicina Rigenerativa rappresenta l’ultima frontiera per la cura dell’artrosi. Prima di ricorrere alla chirurgia protesica sono infatti numerose le strategie di cura possibili a patto che la diagnosi venga effettuata precocemente rendendo le cure conservative ancora possibili ed efficaci.
Cos’è l’artrosi?
Quando parliamo di artrosi ci riferiamo a una patologia dovuta al consumo della cartilagine articolare e alla conseguente usura delle componenti ossee che, sfregando tra di loro, causano dolore e limitazione funzionale. Al contrario di quanto spesso si crede, non si tratta della malattia dei nonni! Il consumo della cartilagine articolare può essere dovuto alla naturale usura dovuta all’età (in tal caso parliamo di artrosi primaria), ma anche a un eccessivo carico sulle articolazioni, come nel caso dei lavoratori pesanti o degli sportivi, a incidenti o traumi pregressi, o come conseguenza di altre malattie (la più comune è l’artrite reumatoide). In tutti questi casi si parla di artrosi secondaria ed è facile comprendere perché possa colpire anche una popolazione relativamente giovane, anche sotto i quarantacinque/cinquant’anni di età.
I trattamenti conservativi e la Medicina Rigenerativa
È bene chiarirlo: l’artrosi è una malattia a carattere degenerativo e non esiste ad oggi una cura in grado di farla regredire. L’unico trattamento davvero risolutivo rimane la chirurgia protesica ovvero l’impianto di un’articolazione artificiale che va a sostituire quella malata. Negli ultimi anni tuttavia in campo ortopedico sono stati fatti passi da gigante anche nel campo delle terapie conservative dove il trattamento principe è rappresentato dalle infiltrazioni di cellule autologhe, una sorta di auto-trapianto che prende il nome di Medicina Rigenerativa. Ma andiamo per ordine: esistono diversi tipi di trattamento in grado di migliorare la sintomatologia causata dall’artrosi. I più comuni sono:
- la fisioterapia (sia sotto forma di terapie fisiche e manuali che sotto forma di esercizi attivi)
- le terapie farmacologiche (a base di antinfiammatori e antidolorifici)
- le infiltrazioni (di acido ialuronico o di corticosteroidi)
- gli integratori (a base di glucosamina, condroitina e antiossidanti).
Nel campo delle infiltrazioni, la Medicina Rigenerativa si sta ritagliando uno spazio sempre più significativo in quanto è in grado di dare risultati nei confronti dei sintomi più interessanti rispetto alle normali infiltrazioni e secondo alcuni studi è addirittura possibile abbia una qualche azione rigenerativa nei confronti delle cellule della cartilagine articolare. Come si può intuire sono trattamenti da effettuare quando la cartilagine è ancora presente e cioè nei casi di artrosi di grado lieve o moderato.
Le cellule mesenchimali staminali
Di cellule staminali si è parlato molto negli ultimi anni come una delle frontiere più avanzate della Medicina. Il potenziale di queste cellule, che sono ancora indifferenziate e potenzialmente in grado di evolvere in diverse maniere, è in effetti molto interessante e riguarda numerosi campi, non solo quello ortopedico. Per quello che ci interessa, il trattamento a base di cellule staminali mesenchimali si svolge attraverso l’estrazione di queste cellule dal tessuto adiposo – che ne è ricchissimo – che vengono in seguito trattate in uno speciale device in grado di eliminare i materiali di scarto e ottenere un “prodotto” adatto a essere infiltrato all’interno dell’articolazione. Questo materiale ha una fortissima azione antinfiammatoria e un potenziale rigenerativo sulla cartilagine ancora tutto da scoprire.
Il trattamento si svolge in ambulatorio chirurgico perché necessita di una piccola liposuzione (in genere dell’addome o della coscia), dura circa mezz’ora e non prevede degenza, solo alcune piccole accortezze nell’immediato post-trattamento che verranno illustrate dall’ortopedico. In rari casi, ove il paziente non abbia tessuto adiposo a sufficienza, è anche possibile estrarre le cellule mesenchimali dal midollo osseo, in genere dalla cresta iliaca del bacino.
PRP e altri derivati del sangue
Un altro trattamento di Medicina Rigenerativa molto utilizzato è il PRP (Plasma Ricco di Piastrine) detto anche gel piastrinico. Le cellule che si utilizzano in questo caso sono derivate dal sangue periferico (piastrine e fattori di crescita) e sono in grado di ridurre l’infiammazione favorendo il processo di guarigione. Oltre che per l’artrosi, il PRP si è dimostrato molto efficace nel trattamento delle tendinopatie.
Tra i derivati del sangue periferico, molto utilizzato anche il trattamento con i monociti che agisce liberando molecole proteiche in grado di innescare un processo di rigenerazione dei tessuti ed è efficace, oltre che per l’artrosi, anche sulle lesioni muscolari e tendinee e sulle cisti ossee.
Entrambi i trattamenti si svolgono in ambulatorio e prevedono un semplice prelievo di sangue e la successiva infiltrazione del prodotto ottenuto tramite uno speciale trattamento del sangue che ha il fine di selezionare le cellule utili ed eliminare i materiali di scarto.
Tutti le procedure qui descritte sono pressoché prive di controindicazioni in quanto trattamenti di tipo autologo: il paziente è contemporaneamente donatore e ricevente e non esistono rischi di rigetto né i classici effetti collaterali legati alle molecole sintetizzate artificialmente.